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Quali Guanti Utilizzare per una Via Ferrata

Quando ci si avvicina alle vie ferrate, casco, imbrago e abbigliamento da ferrata sono sempre al centro dell’attenzione. I guanti, invece, vengono spesso considerati un dettaglio, quasi un accessorio di contorno. In realtà sono un elemento di sicurezza e comfort molto più importante di quanto sembri.

Su una via ferrata le mani sono a contatto continuo con il cavo d’acciaio, con graffe, pioli e roccia. Il cavo può essere sfilacciato, sporco, bagnato, ghiacciato, rovente per il sole, oppure semplicemente abrasivo dopo ore di progressione. Senza guanti è facile ritrovarsi con vesciche, tagli, pelle bruciata dal metallo surriscaldato o dita irrigidite dal freddo. Tutti fattori che compromettono presa, lucidità e sicurezza.

Usare guanti adatti riduce il rischio di ferirsi, migliora il grip su cavo e staffe e rende più confortevole lo spostamento dei moschettoni. Si tratta quindi di un aiuto concreto sia per chi è alle prime armi sia per chi ha già esperienza, soprattutto su vie lunghe, esposte o molto frequentate, dove il cavo mostra i segni del tempo e dell’uso.

Indice

  • 1 Caratteristiche fondamentali di un buon guanto da ferrata
  • 2 Guanti a dita corte e guanti a dita lunghe
  • 3 Materiali: pelle, sintetici e soluzioni miste
  • 4 Misura, calzata e prove prima della salita
  • 5 Guanti diversi per stagioni diverse
  • 6 Guanti da via ferrata, da arrampicata o da lavoro: cosa cambia
  • 7 Manutenzione, durata e quando sostituirli
  • 8 Errori comuni da evitare nella scelta dei guanti

Caratteristiche fondamentali di un buon guanto da ferrata

Quando si parla di guanti per vie ferrate non ci si riferisce a un modello generico qualsiasi, ma a prodotti pensati per la progressione su roccia e su cavo. Ci sono alcune caratteristiche di base che non dovrebbero mancare.

La prima è la protezione del palmo. La zona che lavora di più è quella che stringe il cavo, quindi il palmo deve essere rinforzato con materiali resistenti all’abrasione, come pelle, similpelle tecnica o tessuti sintetici robusti. Questa protezione deve estendersi anche alla base delle dita, dove è più facile che si formino vesciche.

La seconda è la sensibilità. Un guanto troppo spesso e rigido può proteggere, ma rende difficile avvertire bene la forma del cavo, dei moschettoni e dei pioli. In via ferrata serve una buona capacità di percepire dove si appoggiano le dita, di aprire e chiudere i moschettoni con precisione, di gestire il kit in modo rapido. Per questo è importante che il guanto trovi un equilibrio tra robustezza e tatto.

La terza è la vestibilità. Un guanto troppo largo fa pieghe, scivola, si impiglia più facilmente e riduce la forza effettiva della presa. Uno troppo stretto fa male, blocca la circolazione e si rompe prima sui punti di tensione. La misura va quindi scelta con cura, provando il guanto e simulando il gesto di afferrare una corda o un cavo. Le dita devono essere libere di chiudersi completamente, senza punti di compressione.

Infine è importante la traspirabilità. In estate le mani sudano molto e il sudore, intrappolato in un guanto poco traspirante, non solo è fastidioso ma può ridurre l’aderenza interna, facendo scivolare le dita all’interno del guanto. Le zone del dorso della mano in tessuto più leggero e microforato aiutano a mantenere una temperatura più confortevole.

Guanti a dita corte e guanti a dita lunghe

Una delle prime scelte pratiche riguarda la lunghezza delle dita: meglio guanti “mezze dita” o guanti a dita intere. Entrambe le soluzioni hanno pro e contro e la scelta dipende dal tipo di vie che affronti, dalla stagione e dalle tue abitudini.

I guanti a dita corte, tipici ad esempio dell’arrampicata o della nautica, lasciano scoperte le ultime falangi. Questo aumenta molto la sensibilità sulle prese e sul cavo: la punta delle dita è libera di percepire la roccia, il bordo del moschettone, l’orientamento delle staffe. Per chi non ama la sensazione di “mani coperte” e per chi fa vie ferrate non troppo lunghe, in condizioni buone e con cavi in buono stato, è spesso una scelta piacevole.

Il limite dei guanti a dita corte è nella protezione ridotta. Le punte delle dita restano esposte a graffi sulla roccia, a eventuali fili metallici sfilacciati, al freddo intenso o al caldo del metallo esposto al sole. Su vie lunghe o su terreni molto abrasivi, a fine giornata ci si può trovare con le punte delle dita indolenzite.

I guanti a dita intere coprono tutta la mano. Offrono più protezione dalla roccia, dal cavo danneggiato, dal freddo e dal sole forte. Sono spesso preferiti su vie lunghe, in quota, in primavera e autunno, oppure quando non si conoscono le condizioni del percorso. Il rovescio della medaglia è una minore finezza nel tocco, soprattutto se le dita non sono sagomate bene o se il guanto è troppo spesso.

Esistono anche modelli “ibridi”, con rinforzi maggiorati su palmo e primi segmenti delle dita e dorso più leggero e flessibile, che cercano di unire la protezione dei guanti interi con una certa libertà di movimento.

Materiali: pelle, sintetici e soluzioni miste

La scelta del materiale incide su durata, comfort, presa e comportamento in condizioni umide. I guanti in pelle, vera o sintetica, sono tradizionalmente molto apprezzati in ambito arrampicata e ferrate perché offrono un ottimo compromesso tra aderenza e resistenza. Il palmo in pelle, se ben lavorato, si adatta col tempo alla forma della mano e resiste a lungo all’abrasione del cavo.

I materiali sintetici moderni, come microfibre e tessuti tecnici, hanno dalla loro leggerezza, asciugatura rapida e spesso costi più contenuti. Sono ideali per l’estate, perché drenano meglio il sudore e non diventano rigidi se bagnati. Alcuni modelli combinano palmo in similpelle con dorso in tessuto tecnico elastico: in questo modo si ottiene buona protezione dove serve e grande mobilità sulla parte meno esposta.

Per chi affronta vie ferrate anche con meteo incerto o in periodi freddi, esistono guanti con leggera imbottitura o rivestimenti interni che proteggono dal freddo senza risultare troppo ingombranti. È bene però evitare guanti troppo voluminosi, nati per l’alpinismo invernale o per lo sci, perché riducono la precisione e rischiano di impigliarsi più facilmente in moschettoni e cavo. Il guanto da ferrata ideale rimane sempre relativamente sottile.

Un dettaglio da non sottovalutare è il tipo di cuciture. Cuciture esposte sul palmo e sulle dita, soprattutto se spesse, possono diventare un punto debole, usurandosi in fretta a contatto con l’acciaio. Cuciture piatte o ribattute, meglio se protette da rinforzi, durano di più e danno meno fastidio nel tempo.

Misura, calzata e prove prima della salita

Scegliere la misura giusta è più delicato di quanto sembri. Un guanto perfetto per la via ferrata deve calzare in modo preciso, quasi “su misura”, ma senza stringere. Se puoi provarlo in negozio, è utile simulare il gesto di afferrare un cavo teso, chiudendo forte la mano a pugno e poi aprendo e richiudendo le dita più volte.

Se, chiudendo il pugno, senti le punte delle dita schiacciate contro la cucitura terminale, la misura è probabilmente troppo piccola. Se invece, aprendo e chiudendo la mano, il tessuto forma pieghe importanti sul palmo, rischi di avere zone di sfregamento e minor controllo sul cavo.

Anche la lunghezza del polsino ha il suo ruolo. Un polsino corto è più fresco e meno ingombrante, ideale in estate, ma può lasciare scoperto il polso soprattutto se la manica è corta. Un polsino un po’ più lungo protegge maggiormente dagli sfregamenti con il cavo e dalla pressione delle longe del kit da ferrata, ma deve potersi infilare bene sotto o sopra la manica senza creare punti di trazione.

Se acquisti online, è utile controllare le tabelle misure del produttore e misurare la circonferenza della mano come indicato. In caso di dubbio tra due misure, molti preferiscono quella leggermente più aderente, tenendo conto che pelle e tessuti elastici tendono a “cedere” leggermente con l’uso.

Guanti diversi per stagioni diverse

La stagione influisce in modo deciso sulla scelta dei guanti. In piena estate, su vie in bassa e media quota, l’esigenza principale è la ventilazione. In queste condizioni funzionano bene guanti leggeri, con dorso molto traspirante e palmo robusto. Le dita corte possono essere particolarmente piacevoli perché lasciano respirare di più la mano.

In primavera e autunno, o su vie che salgono in quota, l’aria si fa più fresca, a volte il cavo può essere umido o freddo già al mattino. Qui i guanti a dita intere, con un po’ di protezione in più sul dorso, aiutano a mantenere una buona sensibilità senza perdere calore. Il palmo deve comunque restare relativamente sottile per non sacrificare troppo il tatto.

In condizioni quasi invernali o su ferrate in ambiente alpino dove si può incontrare neve residua, l’esigenza di protezione dal freddo aumenta. Alcuni alpinisti utilizzano un doppio sistema: un guanto più caldo per le fasi di avvicinamento e sosta e un guanto più tecnico e sottile per i passaggi più impegnativi. Anche in questo contesto, però, è essenziale non esagerare con l’imbottitura: se le dita diventano goffe, si aumenta il rischio di errori nel manipolare moschettoni e cavo.

Guanti da via ferrata, da arrampicata o da lavoro: cosa cambia

Molti si chiedono se sia necessario acquistare guanti specifici da via ferrata o se vadano bene guanti da arrampicata, da bici, da lavoro. In realtà il confine è sottile, ma alcuni dettagli fanno la differenza.

I guanti da arrampicata, soprattutto quelli nati per assicurare, sono spesso molto adatti anche alla ferrata. Hanno palmo rinforzato, buona sensibilità, tagli ergonomici e materiali pensati per corde e metallo. Spesso sono disponibili sia a dita corte sia a dita intere e rappresentano una soluzione molto valida.

I guanti da bici o da palestra, pur essendo comodi e traspiranti, non sempre hanno la resistenza necessaria sul palmo per sopportare per ore lo sfregamento contro un cavo d’acciaio. Possono andare bene per vie facili e brevi, ma su percorsi più lunghi rischiano di consumarsi in fretta.

I guanti da lavoro pesanti, ad esempio quelli da cantiere, proteggono bene ma spesso sono troppo grossolani e rigidi. Il risultato è una perdita di sensibilità che in ferrata non è ideale. Meglio eventuali guanti da lavoro più sottili e flessibili, purché abbiano un palmo ben rinforzato e un dorso non eccessivamente rigido.

Se esiste la possibilità, orientarsi su guanti pensati per arrampicata, vie ferrate o assicurazione resta in genere la scelta più equilibrata, perché nascono già con le esigenze giuste in mente.

Manutenzione, durata e quando sostituirli

Anche i migliori guanti non durano per sempre. Il contatto continuo con cavo, roccia, sudore, sole e pioggia logora lentamente materiali e cuciture. Con qualche accortezza, però, si può prolungarne la vita utile.

Dopo l’uscita è buona abitudine lasciare asciugare i guanti all’aria, lontano da fonti di calore diretto come termosifoni o cruscotti al sole. Il calore eccessivo può indurire la pelle e degradare i materiali sintetici. Se si sono sporcati molto di fango o polvere, un risciacquo delicato in acqua tiepida con poco sapone neutro e un’asciugatura lenta li manterranno più morbidi.

Nel tempo è utile osservare soprattutto il palmo e la base delle dita. Quando compaiono zone assottigliate, micro-tagli o cuciture che iniziano a sciogliersi, è il segnale che il guanto ha perso parte della sua capacità protettiva. Continuare a usarlo su vie ferrate impegnative significa esporsi a rotture improvvise nei punti di maggior stress.

La frequenza di sostituzione dipende da quante uscite fai, dal tipo di vie che affronti, dal tuo stile di progressione. Chi frequenta sporadicamente vie facili può usare lo stesso paio per diverse stagioni. Chi pratica ferrate spesso, magari con molto dislivello e cavi rovinati, può aver bisogno di cambiare guanti più di frequente. In ogni caso, quando la protezione del palmo appare chiaramente compromessa, è meglio pensarci per tempo e non rimandare all’ultimo momento.

Errori comuni da evitare nella scelta dei guanti

Ci sono alcuni errori ricorrenti che vale la pena considerare prima di scegliere. Uno è sottovalutare la via ferrata, pensando che “tanto è facile, i guanti non servono davvero”, per poi ritrovarsi a metà percorso con le mani già segnate. Anche su ferrate classiche e frequentate, il cavo può avere punti sfilacciati o esserci tratti in cui si è costretti a tenersi a lungo.

Un altro errore è optare per guanti eccessivamente spessi, convinti che più materiale significhi più sicurezza. In realtà sulla ferrata il controllo è tutto: non riuscire a manipolare velocemente i moschettoni, faticare a cambiare ancoraggio, sentire poco la presa, sono situazioni che possono creare stress e portare a manovre meno fluide.

C’è poi il rischio opposto, scegliere guanti troppo sottili o non adatti all’abrasione, magari solo perché più economici o più belli esteticamente. Dopo poche uscite si tagliano, si bucano o perdono aderenza, costringendoti a sostituirli presto e, nel frattempo, esponendo le mani a traumi.

Infine, un errore frequente è non provarli mai seriamente prima di trovarsi su roccia. Testare i guanti a casa, simulare l’uso di moschettoni, afferrare una corda o una sbarra, fare qualche minuto di presa continua, consente di capire se davvero ti ci trovi bene. Un piccolo test iniziale può risparmiarti parecchio fastidio una volta che sei appeso al cavo in parete.

Con qualche attenzione nella scelta del modello, nella misura e nella cura nel tempo, i guanti diventano un alleato silenzioso ma prezioso su ogni via ferrata. Non tirano l’attenzione come casco e imbrago, ma contribuiscono in modo decisivo a rendere ogni passo più sicuro, ogni movimento più fluido e ogni giornata in parete più piacevole.

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